Violenza domestica: primi provvedimenti delle nuove tutele della Riforma Cartabia

Alla fine di novembre il Tribunale Civile di Avellino ha emesso una tra le prime pronunce in materia di tutela anticipata delle donne vittime di violenza domestica, dando prova dell’attenzione e del notevole impatto (su questi temi) delle novità varate dalla Riforma Cartabia, che accelera i tempi delle procedure e rafforza le tutele accordate alle vittime di abusi (artt. 473 bis.40 473 bis.46 c.p.c.).

Il giudice, con una pronuncia “apripista”, in applicazione della nuova disciplina introdotta recentemente dalla riforma in vigore dal 1° marzo 2023, ha accolto il ricorso presentato da una donna, a seguito delle iniziative già avviate in sede penale, con attivazione della procedura di c.d. Codice Rosso (L. n. 69/2019), che nei casi di violenza domestica impone di collegare i procedimenti civili con quelli penali per assumere decisioni in materia di sicurezza.

Con un provvedimento molto articolato, il Giudicante ha adottato i provvedimenti cautelari richiesti per mettere in protezione la vittima (nel frattempo già messa in sicurezza lontano dalla casa familiare), ordinando al marito di astenersi/cessare le condotte pregiudizievoli nei confronti della donna, di allontanarsi dalla casa familiare per consentire il rientro della vittima, e di non avvicinarsi alla donna e ai luoghi frequentati dalla stessa.

La pronuncia del Tribunale di Avellino è rilevantissima, poiché lascia presagire un orientamento teso a dare definitiva attuazione ad una legislazione di tutela anticipata efficace, che offre alle Autorità un diversificato quadro giuridico di strumenti finalizzati a prevenire e contrastare le violenze di genere e in ambito domestico, colmando le lacune del sistema nella fase attuativa di protezione accordata alla vittima. Come noto, la riforma Cartabia ha introdotto un’apposita disciplina allo scopo di fornire una “corsia preferenziale” ai procedimenti in cui siano allegati abusi familiari, violenza domestica o di genere nei confronti del partner o dei figli. Anche prima di (o a prescindere da) un eventuale procedimento di separazione – divorzio, oggi è possibile ricorrere al giudice civile per ottenere tutela nei casi di abusi familiari o condotte di violenza perpetrata nelle mura domestiche dal partener o nei confronti di figli minori. Il procedimento di natura lato sensu cautelare è finalizzato, come in questo caso, all’emissione di ordini di protezione per garantire, in chiave di prevenzione ed effettiva tutela delle vittime, l’insieme dei diritti e delle libertà che la minaccia proveniente da relazioni familiari patologiche, se non immediatamente governata e contenuta, potrebbe irrimediabilmente compromettere, intaccando lo stato psico-emotivo dei soggetti coinvolti, a maggior ragione da preservare, se si tratta di minori.

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