Protezione dei dati personali e sistemi di controllo nei contesti aziendali: posta elettronica, geolocalizzazione e videosorveglianza

di Paolo Palmieri e Raffaele Riccio

Introduzione

Oltre agli ordinari adempimenti previsti dal Reg. UE 2016/679 e dal novellato Codice Privacy, incombono sul datore di lavoro ulteriori obblighi a garanzia della riservatezza dei dati personali dei lavoratori a fronte delle rivoluzionarie trasformazioni dell’organizzazione aziendale attuale e dell’incidenza tecnologica sull’attività lavorativa. La vigente normativa sulla protezione dei dati personali s’interseca, dunque, con la speciale disciplina giuslavoristica relativa ai controlli esercitabili dal datore di lavoro sui propri lavoratori.

La raccolta e la memorizzazione delle comunicazioni in transito sugli account di posta aziendale o delle indicazioni di ubicazione dei veicoli e dei dispositivi informatici aziendali concessi in dotazioni ai lavoratori per finalità connesse al rapporto di lavoro, nonché l’uso di sistemi di videosorveglianza aziendale, consentono al datore di lavoro di effettuare potenzialmente monitoraggi e controlli dell’attività dei lavoratori, così come l’utilizzo di badge e sistemi di riconoscimento biometrico per l’autenticazione degli utenti.

Il datore di lavoro, pur avendo la facoltà di verificare l’esatto adempimento della prestazione lavorativa ed il corretto utilizzo degli strumenti di lavoro da parte dei dipendenti, deve in ogni caso rispettare specifiche condizioni di liceità, al fine di tutelare la libertà e la dignità del lavoratore, senza realizzare controlli massivi, prolungati e indiscriminati dell’attività del lavoratore e illegittime intrusioni nella sfera privata di quest’ultimo.

Il legislatore, dunque, interviene a definire i limiti al potere di controllo del datore di lavoro, contemperando da un lato le ragioni d’impresa e dall’altra il diritto dei lavoratori al rispetto della loro riservatezza e della dignità personale.

Puoi continuare a leggere il mio articolo per la rivista CyberLaws qui.

Avv. Paolo Palmieri

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